Cerca il tuo film nel blog

venerdì 20 marzo 2009

Impotenti esistenziali

Regista: Giuseppe Cirillo
Cast: Giuseppe Cirillo, Antonella Ponziani, Sandra Milo, Alvaro Vitali, Gianni Nazzaro, Angela Melillo, Don Backy, Tinto Brass
Genere: Drammatico
Durata: n.d.
Distributore: n.d.

Trama: Giuseppe Cirillo è uno psicologo e un professore di educazione sessuale, in missione contro l'ipocrisia. Incuriosito dai club di scambisti decide di frequentarne uno e lì s'incrocia e si accompagna con Francesca, moglie di un tale di nome Riccardo. Con la nuova e disponibile amica al fianco, Cirillo redarguisce un gruppo di ragazzini che si ostina a chiamare i propri compagni neri “di colore” e li invita a chiamarli, invece, “cioccolata” (!) e ad autodefinirsi color albicocca. Non contento, dopo aver insistito con un prete perché smetta di incontrare una suora in privato e cominci ad esternare il suo piacere, e dopo aver tappezzato la scuola in cui fa lezione di manifesti che esortano a donare l'8 per mille alla chiesa cattolica, incontra l'editore De Fortis, suo nemico, e gli mostra la sua invenzione: il bibidet, prova della sua sensibilità e del suo ingegnarsi perché la coppia non si privi di alcun momento di possibile condivisione. Quindi si reca dalla zia di Francesca, la seduce con le parole e la spinge a firmare l'assegno che farà contenta la sua ragazza. Del finale non si dirà, non per accortezza ma per pudore e perché la sostanza non cambia, peggiora. Dilungarsi sulla trama di Impotenti Esistenziali serve giusto ad evidenziare il fatto che una trama non c'è, così come non c'è un regista e forse neanche un film, ma solo il programma politico di un partito del qualunquismo, non si sa quanto fictionario. Tutto è brutto, nel film, dalla scenografia ai costumi, dai personaggi alle inquadrature. Ben presto diviene persino insopportabile. Cirillo se ne va a zonzo a dire e ridire le stesse banalità, coinvolgendo tristemente Brass e la Milo, inframmezzando il suo sproloquio con delle pubblicità progresso a favore dell'utilizzo del preservativo e infischiandosene dell'abc della continuity filmica. Spacciandosi per il castigatore dei castigatori, mascherato da pagliaccio o medico del buonumore, questo crociato del Luogo Comune rivendica il diritto alla satira in un'operetta che affligge e terrorizza per mancanza di ironia; straparla di sesso spingendo alla fuga dallo stesso; abusa della pazienza dello spettatore con una serie infinita di predicozzi sui giovani, il matrimonio, l'Aids, lo sport e troppo altro. Chi, alla fine del film, non ne avesse avuto ancora abbastanza, trova il suo numero di cellulare nei titoli di coda

0 commenti: